A Cena nella Ruga

Nella Ruga di Anghiari una cena dai sapori di una volta per i soci dell'Accademia Enogastronomica della Valtiberina

Nella serata di giovedì 13 ottobre, Anghiari ha ospitato l’iniziativa “A cena nella Ruga", titolo che prende spunto dalla strada più conosciuta: il rettilineo che scende da cima a fondo del paese di Baldaccio, tagliandolo in due. Diverse le denominazioni date: la Croce, la “dritta" e appunto la Ruga di San Martino. E quasi in cima alla Ruga si trova il ristorante “la Nena", dove l’Accademia Enogastronomica della Valtiberina ha deciso di organizzare la conviviale. Una scelta non certo casuale, trattandosi del ristorante storico per eccellenza di Anghiari, gestito da Sergio, Paolo e Palmira, che lo hanno ereditato da oramai diversi anni, trasformandolo in un luogo nel quale chi ama la cucina tipica del territorio si reca abitualmente per gustarsi le sue prelibatezze. In un clima di grande cordialità, il ristorante “la Nena" ha servito ai soci accademici un menu tradizionale e allo stesso tempo particolare. Dopo l’immancabile carrellata di crostini tipici toscani – dal nero al rosso fino a quello con i funghi porcini – che ha aperto la serie delle portate, si è passati a una gustosa polenta con sugo di capriolo e, come primo, a un piatto di quelli che non si assaggiano tutti i giorni. Un piatto dal sapore tutto suo, che però una volta era in uso nei giorni di festa fra le famiglie della Valtiberina: le pappardelle di grano duro rigorosamente tirate a mano e condite con sugo di fegatini e funghi. Per secondo, sono state servite “guanciole" di vitello al forno con un contorno altrettanto originale: le cipolle di Anghiari con miele di castagno. Gran finale con un altro dessert speciale: il pan di caffè. Chiusa questa bella serata, incombe già la prossima: mercoledì 26 ottobre, i soci dell’Accademia saranno di nuovo chiamati a tavola per un evento che costituisce un mix perfetto fra la buona cucina del ristorante “La Balestra" di Sansepolcro e lo spirito di goliardia. I commensali saranno infatti serviti al tavolo dai medici e dagli infermieri del comprensorio, vestiti rigorosamente con il camice da lavoro in base alla loro qualifica professionale. Un format, questo, già consolidato e di grande successo, che negli anni passati ha visto impegnati nelle vesti di camerieri dapprima gli avvocati e poi i sindaci della vallata.

 

Comunicato del 17 Ottobre 2016